martedì 27 gennaio 2009

Il 16 ottobre 1943 di Nonno Angelo...

Queste sono le parole che ha scritto mio suocero nel 2000,
e' cosi' che ha voluto raccontare ai miei figli
come ha vissuto lui quella triste giornata....
Vi prego di leggerla fino in fondo, ne vale la pena!
"Una triste mattina di un autunno malinconico i vicini di casa vennero ad avvisarci
che i tedeschi stavano portando via i nostri correligionari dalle loro case,
senza distinzione di eta', sesso o condizioni di salute, con la forza, con brutalita',
con i fucili puntati, come fossero stati dei pericolosi assassini.
Era il 16 Ottobre del 1943.
Neonati in braccio alle loro mamme, alcune donne in stato interessante, persone anziane,
malate, che a malapena si reggevano in piedi, famiglie intere, che allora erano anche numerose, venivano spinte con il calcio dei fucili verso i camion, tra le grida di spavento delle donne e dei bambini terrorizzati.
La mia famiglia era composta da mamma, papa' e 6 figli, dei quali il piu' piccolo aveva un paio
di anni e la piu' grande sedici.
Giuseppina che avra' avuto sette-otto anni, quella mattina aveva la febbre alta a causa
della scarlattina.
Malgrado cio', dietro l'insistenza dei vicini, ci demmo da fare per lasciare la casa e darci alla fuga, non prima pero' che mia madre, fissata per la pulizia, avesse terminato di lucidare i pavimenti, altrimenti che figura avremmo fatto nei confronti delle SS tedesche che facendo irruzione nella casa (con la forza) avessero trovato gli stessi non tirati a lucido?
Quella notte venimmo ospitati , chiaramente non tutti insieme, da alcune famiglie cattoliche,
ma solo per quella notte, poiche' il rischio era tale che se fossero stati scoperti avrebbero fatto la stessa nostra fine.
La notte seguente andammo a dormire in un locale che stavano allestendo per farne una trattoria, quindi con il cattivo odore di vernice fresca.
All'alba del mattino dopo, il proprietario del locale ci prego' di andarcene e quando uscimmo alla chetichella, uno alla volta, vedemmo di fronte un accampamento tedesco con due sentinelle che facevano avanti e indietro.
Non ricordo esattamente quello che avvenne quel giorno ma so con certezza che non avendo i mezzi per andare via da Roma, ne' conoscenze per farci ospitare presso qualche istituto religioso, decidemmo di rientrare a casa.
Era cosi' iniziata la nostra odissea e quella di tutti gli ebrei italiani, mentre in altri stati europei, tutto questo accadeva da tempo.
Eravamo angosciati, terrorizzati, affamati e visto che quei pochi risparmi che avevamo stavano per finire prendemmo la decisione di uscire allo scoperto, quindi di rischiare.
L'unico lavoro consentito a noi ebrei, con le leggi razziali dettate dal regime fascista, era quello del del piccolo commercio, io, mia madre e il mio fratellino di 2 anni, Franco, che stava sempre in braccio a me, ci mettemmo con una tavola a vendere gli elastici a metraggio per biancheria intima, in Via Ottaviano.
Anche se con molto timore, la sera riuscivamo a portare a casa il necessario per la cena e per il pranzo del giorno dopo.
Mi ricordo un episodio degno di essere raccontato.
Un giorno, mentre eravamo li' ad aspettare qualche acquirente, si fermo' davanti a noi una macchina dalla quale scese un soldato tedesco, mentre sulla stessa era rimasto seduto un ufficiale.
Io e mia madre, mentre il soldato si avvicinava verso di noi, ci guardammo negli occhi con rassegnazione, come per dirci che ormai era finita, l'ufficiale, dal finestrino della macchina disse qualche cosa al soldato, il quale acquisto' tutti gli elastici che avevamo, pagandoci regolarmente.
Questo episodio ci sembro' miracoloso e determinante a tal punto che riprendemmo a vivere come se il problema non esistesse piu'.
Passarono i mesi e noi diventammo sempre piu' audaci, imprudenti, tanto che facemmo uscire mio fratello Amedeo che aveva 15 anni, per aiutare la famiglia.
Anche lui si arrangiava da ambulante e questo gli fu fatale.
Tutto sembrava trascorrere nel migliore dei modi, quando una mattina mi vennero ad avvisare che mio fratello era stato venduto da una spia fascista ai tedeschi per cinquemila lire.
Io corsi sul posto, trovai la bancarella con la quale mio fratello svolgeva il suo lavoro, ma mio fratello lo avevano gia' portato via.
I due militi italiani che erano rimasti di guardia alla bancarella mi consigliarono di andarmene poiche' rischiavo di essere preso anch'io.
Infatti dopo un po' tornarono indietro due ufficiali tedeschi che sequestrarono anche la bancarella.
Io rimasi in disparte, e quando questi se ne andarono su una carrozzella, mi arrampicai dietro a questa per vedere dove poteva essere stato portato mio fratello.
Infatti la carrozzella si fermo' presso la questura di Prati.
Rimasi nei pressi con la speranza di rivederlo, ma invano.
Alla fine, dopo qualche ora che ero li' ad aspettare, tornai a casa per avvisare i miei.
Poi, non ricordo come, venimmo a sapere che lo avevano trasferito nel carcere di Regina Coeli ed avemmo la conferma quando incominciammo a ricevere qualche lettera che ancora conservo.
In quegli anni era in voga una canzone dal titolo "Villa triste" che mio fratello aveva trasformato in "Cella triste", raccontando con il testo cambiato, le sofferenze subite in quella cella insieme a qualche compagno di sventura.
Nelle lettere, inoltre, ci raccomandava di avere molta cura per Marietta, pseudonimo di papa' che si chiamava Mario, poiche' le lettere venivano aperte non poteva essere esplicito e quindi usava una specie di codice mascherato.
Poi un giorno venimmo a sapere che i perseguitati politici e gli ebrei venivano trasferiti da Regina Coeli verso destinazione ignota, andammo a cercare di rivederlo, ma invano.
C'era tanta gente disperata che cercava di rivedere i loro cari, erano soltanto scene strazianti, scene che non si possono dimenticare.
Passo' un po' di tempo e finalmente gli alleati liberarono Roma dai Nazisti e noi fummo liberi di tornare a una vita normale.
Certo, se gli Alleati avessero tardato ancora non l'avremmo spuntata, i tedeschi ci avrebbero annientati, saremmo finiti, noi ebrei, tutti nei campi di sterminio, nei forni crematori.
Mio fratello, finita la guerra, venimmo a sapere che era morto, unico conforto, in un ospedale, di malattia, dopo che il campo dove lui era detenuto, venne liberato dagli Alleati.
Morto a 16 anni, senza piu' rivedere nessuno dei suoi cari, senza un conforto, una carezza, soltanto perche' era ebreo.
Mi piacerebbe sapere dove e' sepolto, per potere un giorno andare li' a mettere un fiore, una lacrima e a dirgli che non lo dimenticheremo Mai Piu' .
Nonno Angelo
per i suoi nipotini
Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro, nella nostra famiglia ci sara' sempre memoria di cio' che e' accaduto, e cercheremo di farlo conoscere a quante piu' persone possibili,
a dispetto di chi continua a sostenere che sono tutte invenzioni......





50 commenti:

  1. Non so bene cosa scriverti, so solo che mi è quasi venuto da piangere, è molto toccante e commovente e purtroppo vera. l'unica cosa che posso dire è che è giusto che il ricordo rimanga e anche il dolore perchè senza dolore non ricorderemmo.
    silvia

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  2. Grazie a Nonno Angelo per aver scritto questa lettera per narrare ai suoi nipoti di quella tragica giornata e grazie dal profondo del cuore a te per averla condivisa con noi.
    Un abbraccio fortissimo. Pam

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  3. Non so che che dire...riesco solo a piangere...perchè questo pezzo così vergognoso di storia lacera ancora il cuore...anche a chi a quei tempi non c'era..
    So solo che non smetterò mai di partecipare ogni anno ..e non solo...a questo sacro giorno della memoria pechè non voglio che dalla mia mente e dai miei occhi si possano cancellare le immagini di quella carne maltrattata, ammucchiata come spazzatura e di quegli occhi spenti che chiedevano solo un pò di pietà!!
    Non passrà anno in cui non racconterò a mio figlio come l'uomo possa arrivare ad annientare il bene dentro di sè per trasformarsi in un essere infernale e spregevole!
    Al nonno Angelo (anche il mio papà si chiamava così) tutto il mio affetto e l'elogio per aver creduto nella vita con coraggio.

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  4. Un abbraccio virtuale a tutti coloro che hanno vissuto sulla loro pelle questo dramma

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  5. Un grande dolore per tutto il mondo.
    Ricordiamo per far ricordare e non dimenticare.
    ciao ciao

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  6. anche noi abbiamo la nostra triste storia...dalla ex italia ora croazia ,i miei nonni sono dovuti scappare ...il mio bisnonno e' stato deportato a dakao ed e' stato la' nn so quanto tempo....gli ha segnato la vita ,che e' durata poi ben poco dopo la sua liberazione....e' giusto ricordare nel rispetto dei nostri cari ,e nel rispetto di chi ha sofferto, per essere di religione o semplicemente diverso ,da altri.io per nn dimenticare ho dato come secondo nome a giorgia melita ,una amica dei miei nonni trucidata dai partigiani solo perche' parlava il tedesco! purtroppo tutte le brutalita'che ci son state nn hanno fermato le violenze e le guerre che ci sono nel mondo...... baci cara grazia

    per nn dimenticare

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  7. anche se fà male bisogna ricordare lo strazio di chi ha subito sulla propria pelle il Male.pur sforzandoci di capire sono certa che non potremmo mai mai comprendere l'entità di quel dolore.Per non dimenticare un grande e affettuoso abbraccio Milena a.

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  8. Non dobbiamo mai dimenticare una tragedia così immensa!!!!!!!!!!
    un forte abbraccio bea.

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  9. non c'è nulla da dire se non lasciar che le lacrime scorrano e far conoscere questa ed altre storie così al mondo intero..........
    io posso solo dire che mio padre mi ha raccontato (poco a dire il vero) dei campi di concentramento dov'è stato perchè "prigioniero di guerra" e cioè soldato catturato dopo l'armistizio.
    Non racconti così strazianti, ma comunque orrore e tristezza pervadevano lo stesso le sue parole........
    Non c'è null'altro da dire se non che l'uomo forse distruggerà se stesso perchè è una bestia con l'aggravante di avere un cervello.......e chi invece ha anche un'anima forse soccomberà alle bestie...........
    ma io ho fede e spero che invece il bene trionfi prima o poi sul male
    pat

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  10. Non ci sono parole da dire , solo il silenzio dentro di noi misto al dolore e perche' no anche alla rabbia.

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  11. Se comprendere è impossibile
    conoscere è necessario.

    Primo Levi
    Grazie alle persone come il vostro nonno che la memoria resterà viva.
    Ma purtroppo la storia non insegna nulla...

    Tre tedeschi entrarono in casa di mia nonna mentre cucinava...improvvisamente, lei credette di essere ammazzata, loro cercavano cibo...lei le offri quello che aveva, carciofi...loro non li conoscevano, videro le spine (quelli liguri sono spinosi) e con rabbia punsero il viso e gli occhi di mio zio piccolino,riducendolo ad una maschera di sangue...mia nonna pensò ora ci ammazzano...loro chiedevano "Mangiare, mangiare"!!!
    a mia nonna venne in mente che nella dispensa aveva le poche uova che sarebbero servite per la frittata...gliele porse insieme al poco pane rimasto...loro abbassarono i fucili e contenti se ne andarono...furono salvi grazie alle uova...in questo caso veramente simbolo di vita!!!
    Mio nonno, mia mamma e gli altri fratelli erano nei campi!!!
    Baci
    Mariarita

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  12. Nella lettera Nonno Angelo c'è il ricordo e l'amore per suo fratello Amedeo ma anche la testimonianza di un pezzo di storia, per non dimenticare...
    Silvia

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  13. Fa male leggere quello che ha passato la famiglia di Nonno Angelo e lui stesso!!! .... non ho parole, la brutalità,la cattiveria usata contro tante persone innocenti ....... ho una stretta al cuore!!! non dimentichiamo mai!!!!
    ti ringrazio per aver condiviso questa triste storia con noi.
    Giovanna

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  14. Non possiamo e non dobbiamo dimenticare.
    Grazie a nonno Angelo e a te.
    Lilli

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  15. grazie per non dimenticare.....
    altro che invenzioni!!!! sono indignata!!!
    un bacio
    Maria

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  16. Mio nonno, nato in Polonia, é arrivato in Svizzera scappando durante la guerra, non ha mai voluto raccontare niente, non per dimenticare, ma perché gli faceva troppo male ricordare dei fatti così crudeli che lo hanno lasciato senza nessuno della sua famiglia d'origine.

    Nonostante tutto quello che si dice, nel nostro civilissimo 2009 in tutto il mondo fatti come quelli successi durante la 2a guerra mondiale si ripetono ancora.
    E' giusto ricordare, ma quando riusciremo anche ad imparare?

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  17. Grazie per aver condiviso con noi questo racconto, lo apprezzo molto.
    Mi ha davvero commossa.

    Un abbraccio
    Annalia

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  18. Non bisogna mai dimenticare quanto possiamo essere bestiali, è questo che ci aiuta ad essere uomini/donne migliori.

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  19. Grazie per questa testimonianza in un mondo dove la crudeltà regna ancora incontrastata.

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  20. Grazie,per averci regalato questa pagina.Dimenticare?Far finta che non sia mai successo? E come si può?
    Appena mio figlio sarà in grado di capire,gli spiegherò quanto l'uomo possa essere crudele,stupido e mostruoso...
    Togliere dai libri l'Olocausto? Una vera vergogna!(E cerco di limitarmi). GRAZIE a chi ha filmato,fotografato e scritto di quei tragici episodi,grazie a loro si può e si deve ricordare...
    GRAZIE Simo.

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  21. Posso solo dire guardiamo avanti, ma senza dimenticare una delle peggiori pagine della nostra storia che tanto male ha fatto e poco ha insegnato visto le guerre che ci sono ancora in atto nel mondo.
    Ti abbraccio forte
    Franca

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  22. Ho letto tutto. Ultimamente ho letto qualche libro sulla sorte degli ebrei italiani
    Titti Marrone, Questo e' stato ed altri.

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  23. Non trovo niente da dire....
    Mi si affollanno mille pensieri ed emozioni...
    Ti abbraccio.

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  24. sia vano ogni tentativo vigliacco di negazione!
    un abbraccio affettuoso a nonno Angelo...

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  25. Ti ringrazio. Se non ti dispiace vorrei stampare la lettera e tenerla da parte. Mio figlio è ancora troppo piccolo, ma vorrei che la vedesse, quando sarà in grado di comprendere.
    Rossella

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  26. Già lo scorso maggio, quando ne avevi parlato sui luoghi stessi dove tutto era avvenuto, riusciva difficile credere in tutta questa cattiveria, ed è veramente orripilante il pensiero che ci sono persone che negano che sia accaduto tutto questo.
    Grazie per aver pubblicato la lettera per non dimenticare ma soprattutto per non permettere a nessuno di NEGARE!
    Lucia D.C.

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  27. Infatti cara Grazia, io sono tra le persone che non dimenticano e che tiene vivo il ricordo delle atrocità commesse dai nazifascisti sugli ebrei di tutta Europa. Credo che dovremmo impegnarci di più, restano vive pochissime persone che hanno vissuto l'olocausto e, per quello che sento in giro, né le famiglie né le scuole raccontano nulla o quasi di quel periodo. Penso che la nostra generazione dovrebbe farsi portavoce di un capitolo che ancora oggi resta uno dei maggiori orrori commessi dall'uomo. Anzi, ne parleremo ancora affinché non resti solo uno sfogo tra noi, perché mettere mano praticamente a quanto si dice ci farà sentire migliori.

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  28. Grazia mi si è stretto il cuore a leggere questa lettera. Ti ringrazio per aver voluto condividere con noi questo pezzo di storia che ha toccato così da vicino la tua famiglia!

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  29. Grazie di condividere con noi la tragica sofferenza di un grande popolo!
    Un abbraccio

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  30. testimonianze come questa non solo vanno lette ma devono essere portate nel cuore di ciascuno di noi, per non dimenticare, per cercare di costruire un futuro migliore, pernoi per i nostri figli.
    Marina

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  31. grazie per averci fatto partecipi di questa toccante testimonianza.
    Fulvia

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  32. Grazia non posso e non riesco ad andare avanti sono troppo sensibile quando leggevo le lacrime a quattro scendevano l'importante è non dimenticare un bacione Anna

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  33. Non ho parole, ma tanti pensieri che vagano nella mia mente, ...!!!
    Grazie, perchè nessuno DEVE dimenticare!!!!Enza xxx

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  34. ....mamma mia..... ho le lacrime che mi offuscano gli occhi. Non sò se i tuoi figli potranno capire fino in fondo,oggi siamo troppo lontani da queste cose, ma chi ha provato questo tipo di dolore ha tutto il mio profondo rispetto......Stefania

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  35. Leggendo questo racconto ho ripensato ad altre "storie" che mi avevano raccontato alcuni amici di Via del Portico d'Ottavia. In questi racconti emergeva sempre tanta disperazione perchè anche loro erano stati perseguitati per motivi religiosi e avevano perso genitori e fratelli.
    Spero che, anche in questi tempi bui, non si perda la memoria di tutto qell'orrore.

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  36. Nonno Angelo, la tua testimonianza mi ha fatto piangere, sai?
    Grazie per avermi resa partecipe.......

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  37. Non sono invenzioni cara Grazia, ma è tutto provato. Nessuno pensa che lo sia, tranne qualche povero esaltato a corto di memoria e...di rispetto.
    Ma lascia il tempo che trova.Non badargli.
    Questa lettera mi ha doppiamente commosso, per dirla tutta, mi ha fatto piangere..
    Sai, io sono nata e cresciuta in Prati, ( mi sono trasferita da poco) conosco Via Ottaviano come le mie tasche, Via Cola di Rienzo, dove mio zio ebbe un negozio per tanti anni. Io stessa sono nata in una di quelle traverse, se sei pratica della zona, la conoscerai senz'altro. Ma io ho conosciuto, una Via Ottaviano, ben diversa, piena di turisti, negozi, gente serena...che tristezza immaginarla in quei tempi li....dove tutti, cattolici e ebrei avevano un macigno sul cuore per quello che stava accadendo..e chissà se tuo nonno si conosceva con mio padre ( era del 28) chissà...lui mi raccontava che conosceva molti ebrei.
    Strana, ingarbugliata, triste e bella è la vita.
    Un bacio Grazia e grazie per la lettera, preziosa testimonianza
    Rosanna

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  38. E' emozionante non ci sono parole, tuo suocero è una persona molto sensibile, e avere il coraggio di scrivere queste emozioni passate deve essere stato toccante, ricordare e scrivere queste cose in una lettera poter dare agli occhi dell'anima quei momenti e far partecipi tutti noi di ciò che è passato e stato tolto è incredibile, un saluto e grazie di averti potuta conoscere oggi da Kreativa, un abbraccio Laura

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  39. Grazie per averci dato la possibilita' di condividere con te questa triste storia.
    Sono cose che non si possono dimenticare e devono restare vive nella memoria di tutti.

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  40. Ciao Grazia,
    ho pianto leggendo le parole di nonno Angelo, perchè sono le stesse che ho sentito raccontare migliaia di volte da mia madre.
    La storia della mia famiglia non è la storia di una famiglia ebrea, ma di una famiglia partigiana...
    come vedi stesso destino!
    Mia madre che compirà 81 anni il prossimo settembre ha vissuto direttamente sulla sua pelle loa seconda guerra mondiale... era staffetta partigiana cioè la persona che portava i messaggi da un campo all'altro passando attraverso le varie strisce di combattimenti.Era giovane aveva 16 anni, la seconda di 4 tra fratelli e sorelle. L'intera famiglia di mia madre era segnalata alle SS per essere sterminata perchè pericolosa; per questo hanno dovuto vivere in grotta per due anni, nascondendosi nei boschi al benchè minimo rumore, sostenendo anche la malattia che inevitabilmente arrivava visti i luoghi di soggiorno... situazioni penso che anche nonno Angelo conosca.
    Non si possono dimenticare le storie di quanti hanno lottato per la loro vita e la vita di tutti coloro che sarebbero arrivati dopo...
    E' dal passato che s'impara ed i nostri figli devono conoscere questo pezzo di storia atroce, per evitare a tutti i costi che possa accadere di nuovo.
    Io per di più abito a Marzabotto un paese della collina tosco-emiliana tristemente noto per l'eccidio perpetrato dai nazi-fascisti verso il paese intero, non risparmiando nè anziani, nè bambini, nè tantomeno religiosi.
    Un forte abbraccio a nonno Angelo e grazie di aver condiviso con noi la sua terribile esperienza di vita.
    Un grosso bacio anche a te....
    ciao Marilena

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  41. Grazia!
    Tutta presa con le stoffine?
    Buona settimana cara!

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  42. Grazie a Nonno Angelo per le sue parole, nessuno dovrebbe mai dimenticarle... anche se fanno male.

    Ciao,
    Deb75

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  43. grazie per aver pubblicato la lettera del nonno ,ho pianto leggendola ,abbiamo il dovere di ricordare e di non dimenticare la sofferenza e le brutalità che un popolo ha dovuto subire ,un abbraccio

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  44. mai mai.. dimenticare....per loro che non ci sono piu' ma anche per chi deve ancora venire.perche' non risucceda MAI.
    apaola

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  45. meno male che ci sono ancora persone che ci lasciano le loro memorie per non dimenticare MAI !!
    anche la mia mamma che ha 82 anni, ogni tanto ci racconta cosa succedeva in quei tempi,nata a KRK, in Croazia, ha ricordi anche dei russi quando venivano giu' a cavallo,a Gorizia....
    ha prso sberle perche' dicevano che doveva parlare la lingua madre,ma lei lo faceva, ha un buco sul polpaccio perche' lei correva attraversando un pinte e la volevano fermare..le hanno sparato...e poi si e' salvata dai campi di concentramento prche' i tedeschi facevano la conta, uno si uno no..e lei ha avuto fortuna ad essere scartata...
    ha visto gente morire vicino a lei,sparavano per strada..dicimao che ha avuto molta fortuna a non essere colpita
    e ci puo' raccontare le cose...
    non dimenticare e' importante , preche' queste cose non devono succedere piu'!!!
    un bacio Grazia!!
    stella

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  46. che bella persona deve essere tuo suocero, ha un modo di scrivere pieno di cuore.

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